Un cuore per Artemisia

1 dicembre 2021. Nel magnifico scenario esterno della nostra scuola si è tenuta la manifestazione “Un cuore per Artemisia” contro la violenza sulle donne. Alunni, genitori, professori e collaboratori scolastici si sono riuniti in cortile con la speciale partecipazione del Prefetto di Catania, il Capo Reparto Mobile della Questura Etnea e il Sindaco di Tremestieri Etneo. Gli alunni hanno indossato una maglietta bianca con raffigurato un cuore dedicato ad Artemisia. Durante questa manifestazione gli alunni hanno recitato dei testi e cantato brani riguardanti la violenza sulle donne.
“Dobbiamo lavorare con le scuole”, ha detto la Preside Sabrina Pettinato, “perché gli strumenti repressivi ci sono e si possono anche incrementare, ma è importante la rivoluzione culturale che deve iniziare dalla scuola e deve avere come punto di riferimento i ragazzi”. 

Il prefetto Librizzi ha sottolineato che “è un impegno corale di tutta la società, perché ognuno di noi deve contrastare questa pericolosa deriva di violenza”. Dello stesso parere è il Capo del Reparto Mobile, Giancarlo Consoli: “Queste sono iniziative molto importanti, perché riguardano gli studenti e le scuole. Le istituzioni sono sempre molto attente al fenomeno del femminicidio, poiché il nostro compito è quello di tutelare i cittadini, l’ordine e la sicurezza pubblica e sicuramente valori che sono alla base delle norme giuridiche devono essere acquisiti dai ragazzi nelle scuole che sono gli istituti di socializzazione primaria e l’intervento repressivo deve essere l’estrema ratio“.

Il progetto in questione è stato organizzato dedicandolo alla famosa pittrice barocca Artemisia Lomi Gentileschi. È stata scelta questa donna perché ha avuto una storia complessa: nata a Roma l’8 luglio 1593, Artemisia imparò l’arte della pittura dal padre con l’aiuto di Agostino Tassi che diventò il suo carnefice. La donna ha subito da lui violenze e ha dovuto affrontare un lungo processo per dimostrare ciò che aveva subito. Questo non le ha impedito di mantenere la sua dignità di donna e di pittrice.

La preparazione di questa manifestazione ha richiesto un grande impegno da parte degli alunni e di alcuni genitori che hanno dipinto di rosso le ringhiere sul muro della scuola e hanno realizzato dei teli per tutte le classi, che poi sono stati esposti fuori dalle finestre della scuola. Alla fine è stata scoperta una panchina rossa, diventata ormai simbolo della lotta contro il femminicidio.

 Articolo scritto da Andrea Gigante, Carola Tortorici, Rossello Roberta classe 2^E

Questa data non è un giorno come tutti gli altri, non deve essere solo una celebrazione.
Il 25 novembre rappresenta la sofferenza di migliaia di donne, la sofferenza delle donne che sentono di non valere nulla perché un uomo ne ha annientato la coscienza. Noi abbiamo scelto Artemisia, poiché è riuscita a combattere in un mondo maschilista trovando nella sofferenza la volontà, nel dolore la capacità di non arrendersi e nella tristezza la volontà. Artemisia vuole essere per noi il simbolo del coraggio per sperare anche quando tutto sembra perduto, con il terrore di non farcela.
Dobbiamo lottare affinché tutte le bambine possano diventare donne libere, padrone della propria vita. L’amore non lascia lividi ma sorrisi grandi.

Margherita Rapisarda

Sintesi della Giornata contro la violenza sulla donna

È una notizia recente: solo in Italia nel 2021 sono state uccise 103 donne, una ogni tre giorni. Cosa possiamo fare di fronte a tanta esplosione di violenza? È una strage che si deve fermare, dobbiamo dare un cuore a tutte le donne che sono state lasciate sole e che non ce l’hanno fatta. Non vogliamo più sentire notizie tragiche, non vogliamo più orfani che piangono le proprie madri.

Tommaso Monaco

I casi di femminicidio aumentano, le donne sono vittime e con tutte le loro forze hanno creduto nell’amore, un amore che poi si è rivelato tossico. Noi giovani che rappresentiamo il futuro dobbiamo proteggere le donne e averne rispetto, sempre in ogni momento della nostra vita. Spero che presto vengano attuate delle iniziative politiche che pongano fine a questo fenomeno e che si dia voce al grido delle donne che sono vittime di violenza.

Marco D’Ascari

Mi sono posta e continuo a pormi tante domande; forse sono ancora troppo piccola per capire, ma so perfettamente cosa si prova quando si ama veramente qualcuno. Io penso che non bisogna mai nascondere le violenze subite, che bisogna denunciare e ricordarsi che nessuno schiaffo è mai per uno “sbaglio”. Spero che tutte le donne vittime di violenza riusciranno a trovare la forza di chiedere aiuto per denunciare. Amare ed essere felici è l’augurio che posso fare a me stessa e a tutte le donne.

Amy Toofe