Mi chiamo Amyna ho 13 anni e vorrei studiare e diventare insegnante. Vivo in Iran e in questo periodo, nel mio paese, è difficile anche solo informarmi, leggere, studiare e parlare con le mie amiche. Hanno chiuso la mia scuola, Ma io e le mie compagne siamo riusciti a nascondere i libri e stiamo cercando di svolgere i compiti e i programmi di nascosto, con l’aiuto di qualche professore che incontriamo in moschea: è brutto, ma è il massimo che possiamo fare per ora! Per distrarmi ho iniziato a scrivere canzoni e le canticchio a bassa voce per non farmi sentire dai vicini… mi piace molto lo stile e il ritmo delle canzoni britanniche; per questo un giorno mi piacerebbe andare a Londra e magari andare ad un concerto di Sarah Thielemann e cantare liberamente in mezzo al pubblico. In moschea, durante la preghiera del venerdì, la prof. di scienze ha invitato me, Soraya e Fahra a partecipare alla manifestazione di lunedì, per fare liberamente cantare le donne. Mi sono appena svegliata e siccome oggi è un grande giorno, mangerò una
macedonia di datteri e uva e poi mi preparerò per andare alla manifestazione di oggi e mi porterò dietro il taccuino con le mie canzoni…
Mi trovo in ospedale, non riesco a respirare; penso mi abbiano avvelenato alla manifestazione e proprio quando cantavo sono arrivati i poliziotti… Caos, gente che scappava, paura, non si capiva più niente e ho perso di vista Farha e Soraya, spero siano bene almeno loro. Sto male, ho paura, non so se i miei genitori mi sono cercando e siano preoccupati per me. Mi chiamo Soraya, dopo un viaggio mi trovo finalmente al sicuro, in Italia, e le uniche cose che ho portato con me sono il diario e il taccuino della mia amica Amyna, glielo dovevo: lei è morta dopo la “nostra” prima manifestazione, l’hanno presa subito poiché stava cantando sul palco quando sono arrivati i poliziotti… Io ho cominciato a correre più veloce che potevo e ad un certo punto qualcuno mi ha tirato il braccio: era mio fratello Emir, mi aveva seguita fin lì temendo potesse succedere qualcosa e quando ha capito mi ha nascosto in un cassonetto e il giorno dopo temendo per la mia incolumità ha pagato qualcuno per farmi scappare! Ecco come sono arrivato in Italia per una nuova vita. Ora studio in una scuola, sono sola, tutta la mia famiglia è rimasta in Iran e mi manca davvero tanto: è difficile avere loro notizie, ma sono contenti che io ce l’abbia fatta. Per ora sono inserita in una comunità con ragazzi della mia età, non è casa ma è un posto accogliente, allegro e caldo dove posso studiare crescere come una ragazza di 13 anni. Pian piano sto imparando l’italiano grazie a Rosa, la mia educatrice, è giovane e bella e mi ricorda un po’ Amyna per la sua dolcezza. A scuola faccio ancora fatica a scrivere, ma sto imparando, i miei compagni e i professori sono molto affettuosi con me e si sforzano di imparare qualche parola della mia lingua! Rosa mi insegna pure un po’ di musica: vorrei realizzare il sogno di Amyna e cantare le sue canzoni a Londra. Sono passati un paio di mesi e mi hanno appena selezionato per il conservatorio: studierò canto e il piano, Amyna sarebbe proprio fiera di me!
E’ passata una settimana, studio sia scuola che conservatorio e non ho molto tempo per me, oggi hanno appeso al di fuori della mia classe uno locandina per un concorso musicale è il premio sarà di cantare a Londra un brano con Sara Thielemann: non ci posso credere era proprio il sogno di Amyna, e io di certo non posso non considerarlo! Così mi sono messa a studiare giorno e notte fin quando sono arrivata all’audizione, ero emozionatissima ma anche molto agitata…ho trionfato davanti a tutti cantando il brano preferito di Amyna e dopo una settimana mi hanno comunicato che avevo vinto! Così il giorno dopo mi sono preparata per andare a Londra a realizzare finalmente il sogno di Amyna, proprio accanto a me era seduta Sara, non potevo credere quanto fosse reale, ero talmente agitata che mi stavano colando gocce di sudore dalla fronte e mi stavano quasi rovinando il trucco! Ed ecco finalmente il mio ingresso insieme a Sara davanti e centinaia di persone, eravamo perfette mentre cantavamo… Quasi quasi non volevo che finissimo. Questa vittoria non la dedico soltanto a me stessa ma anche a Amyna, senza di lei non sarei stata mai su questo palco.
Scritto da Francesco Indaco 2D