Il mondo fa passi avanti anche in astronomia, una scienza molto antica che si occupa dello studio delle origini e dell’evoluzione di oggetti, sia con proprietà fisiche che chimiche, che formano l’universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste.
La NASA ( National Aeronautics and Space Administration ), infatti è riuscita a far approdare sul Pianeta Marte il robot Perseverance dopo un viaggio durato sette mesi, ma soprattutto reduce da “ sette minuti di terrore” che hanno fatto schiantare sul terreno color ruggine il 60% delle sonde che nei giorni precedenti avevano tentato la discesa.
Il rover dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti d’America, annuncia il suo arrivo sul Pianeta “Rosso” attraverso un tweet in cui dice: ”Buongiorno mondo. Il mio primo sguardo sulla casa che abiterò per sempre.” Le sue frasi hanno suscitato alla popolazione di tutto il mondo, tanta gioia in un momento di tristezza e malinconia a causa della pandemia da Covid-19, ma soprattutto tanta voglia di scoprire un nuovo Pianeta, in cui molto probabilmente sono esistite o esistono ancora oggi piccolissime forme di vita che, ci permetteranno di rispondere alla domanda che tutto il mondo si pone oggi, ovvero:” Le persone potranno mai diventare dei marziani? “
Il compito del robot della NASA è proprio questo: scoprire e studiare oggetti o materiali particolari che potrebbero aiutare gli scienziati nella risoluzione di questa domanda.
L’automa infatti scaverà, raccoglierà ed analizzerà, grazie ai suoi strumenti, alcuni dei quali messi a punto dall’Agenzia Spaziale italiana. Perseverance verrà aiutato dal suo accompagnatore, il piccolo elicottero Ingenuity, che insieme a lui raccoglierà 38 provette che poi, attraverso un’altra missione spaziale prevista tra qualche anno in collaborazione con l’ ESA, la NASA recupererà. Inoltre, si cercherà di convertire la dannosa e pericolosa anidrite carbonica che si trova in alte percentuali nell’ atmosfera di Marte in ossigeno. Per dimostrare che il Pianeta rosso un giorno potrà essere abitato da uomini.
Se Perseverance non riuscirà a prelevare molecole di esseri viventi dalla superficie del terreno marziano, sicuramente si farà aiutare da un particolare scalpello che può arrivare a sei centimetri di profondità, ma soprattutto da Teresa Fornaro, un mito della scienza che è stata selezionata insieme ad altri 13 professionisti per supportare gli studi durante questa missione all’interno del gruppo di ricerca dell’Inaf Ossevatorio astrofisico di Arcetri di Firenze.
Spero che nel mondo possano esserci al più presto tantissime urla di gioia come quelle che ci furono nella sala di controllo dell’ Agenzia spaziale più importante e famosa al mondo e anche in migliaia di case ed uffici, perché sapere che il robot in questo momento è vivo su Marte, non è solo una conquista per gli scienziati di tutte le agenzie spaziali, ma per tutta l’umanità!
Articolo scritto da Matilde Folisi classe 2I